Gli AIR LETTER italiani. Anticipo articolo del prossimo numero de l’Intero Postale.

Gli AIR LETTER  italiani:   i quindici anni dei Biglietti Postali Aerei (1952-1966)

F.Giannini, D.Cesaretti, J. Cesaretti

 

Il Biglietto Postale, in Italia, apparve nell’agosto del 1889 con l’intento di consentire all’utente un mezzo rapido per comunicazioni brevi ma che, a differenza della Cartolina Postale, ne garantisse la riservatezza. Inviati anche all’estero, seppure in quantità decisamente inferiore, continuarono ad essere usati con alterne fortune per molti decenni, senza che si sentisse la necessità di emetterne un tipo pensato specificatamente per destinazioni diverse dal nostro Paese. Tutto ciò fino al 1952 o meglio fino all’anno precedente.  Fino ad allora infatti, non risulta che nelle sedi ufficiali si sia parlato di “colmare tale lacuna” emettendo un intero postale per la corrispondenza chiusa diretta all’estero e tanto meno di pensarlo per l’uso specifico del trasporto aereo, trasporto che per la sua praticità e celerità stava soppiantando quello tradizionale “di superficie”.

Vale la pena perciò di trattare l’argomento con qualche dettaglio in più, rispetto a quanto normalmente si faccia quando si commentano gli usi postali di un Intero. E’ infatti decisamente singolare e ricca di spunti interessanti la storia della nascita del Biglietto Postale Aereo, poi chiamato Aerogramma, a partire dal 17 marzo 1960 (GU n.67), un ulteriore Intero Postale destinato per l’appunto alla corrispondenza estera, che in Italia vide la luce a metà del secolo scorso. Fino ad allora, come si è ricordato, la corrispondenza chiusa per altri Paesi utilizzava solo in minima parte i biglietti postali disponibili, pensati ed emessi soltanto per l’uso interno ma che potevano essere utilizzati per altre destinazioni con un complemento di affrancatura, a coprire la tariffa prevista per una normale lettera. Alla lettera, peraltro, li equiparava l’affrancatura complessiva, ma non lo spazio utile per la corrispondenza che, per i biglietti postali, restava decisamente inferiore. A ciò si aggiunga il fatto che la seconda Guerra Mondiale aveva fatto “esplodere” la quantità di missive trasportate per via aerea, essendo questo l’unico modo per raggiungere, in tempi non epocali, soldati al fronte e/o in campi di prigionia situati spesso in continenti diversi da quelli di origine. Perciò, come racconta F.Filanci ne Il Novellario (Vol.5°, La Prima Repubblica in Posta 1949-1993, pag.64), a qualcuno in Sudafrica venne l’idea nel “…giugno del 1941,in piena guerra, di alleggerire il traffico postale aereo mettendo in vendita speciali fogli-lettera in carta leggera già affrancati e a tariffa agevolata – con l’unica clausola di non inserire nulla all’interno, pena il recapito per via ordinaria…”. In altre parole, alleggerendo il peso della singola missiva se ne poteva aumentare in modo considerevole il numero trasportato nel singolo volo.

La soluzione mostrò subito la sua efficacia e, finita la guerra, molte amministrazioni postali, tra cui la nostra, cominciarono ad interessarsi al nuovo tipo di intero postale, decidendo nel caso dell’Italia, di emetterne due nel 1952.

Per la verità la gestazione fu alquanto lunga e l’informazione all’utenza non fu delle migliori. L’annuncio, ad esempio, come ricorda ancora F.Filanci “…è affidato ad una postilla alle tariffe per l’interno fissate dal Decreto Presidenziale 29 giugno 1951. Con fare quasi casuale ed una bugia sul sovrapprezzo, l’art.2 notifica che ‘sono istituiti biglietti postali aerei per i Paesi Europei (senza sovratassa) e per gli Stati Uniti d’America e per il Canadà, utilizzabili anche per altri paesi mediante applicazione della rispettiva sovratassa aerea. La tassa del Biglietto Postale Aereo per i Paesi Europei è fissata in L.60 (55+5), e quella per gli Stati Uniti d’America e Canadà in L.115’.”

Non solo ma, a quanto pare, all’istituzione dei due Biglietti Postali Aerei prevista nel citato Decreto Presidenziale, seguì (il Filagrano, dall’edizione 1994 in poi, afferma invece che vennero approntati nel 1950) la loro relativa preparazione nelle dimensioni e con le caratteristiche grafiche che furono successivamente descritte nel DM 6 febbraio 1953 ( GU n.86 del 14 aprile 1953) e adottate senza alcuna modifica, a parte ovviamente il costo ed il valore, in entrambi gli esemplari “definitivi” …..

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